גבול ארצינו


הדרך זאת המפותלת
עשויה מסיבובים ומקיפולים
שנכנסים ויוצאים
שחודרים ונסוגים
כמו משחק של שתי לשונות
לאורך הצורה היחידה של שני גופים.

הוא לא קו הפרדה אלא קו מגע
מאף צבע (colore) אלא ש
ל חֹם (calore)
ושל טעם
כמו זעה
נוצר ומעורב שמה איפה נפגשים
אצבעות ידינו הקלועות.

הוא לא מפצל אותנו
אלא מאחד אותנו הנצמדים
בטן לבטן
פה לפה
פן הוא ייעלם.

גבול (confine)
במטרה (con=עם fine=
מטרה)
גבול במטרה להכיר
גבול במטרה להתקרב
גבול במטרה לאהוב.

Il confine della nostra terra


Questo percorso tortuoso
è fatto di curve e di pieghe
che entrano e rientrano
penetrano e ritirano
come un gioco di due lingue
lungo l’unica forma di due corpi.

E’ una linea non di separazione ma di contatto
di nessun colore ma di calore
e di sapore
come il sudore
generato e mescolato là dove si incontrano
le dita delle nostre mani intrecciate.

Non ci divide
ci unisce e ci teniamo stretti
pancia a pancia
bocca a bocca
perchè la frontiera non scompaia.

Confine
con fine
con il fine di conoscere
con il fine di avvicinare
con il fine di amare.

Un viaggio nella terra santa – seconda parte

Per arrivare alle altezze del Golàn devi attraversare il fiume Giordano e salire fino a 1200 m. La strada si piega continuamente e ad ogni giro la vista della galilea è diversa, più ampia, più complessa, più mistica. Il premio per la salita fino al altopiano è di poter guardare anche nella direzione opposta e mirare al monte Hermòn.

La riserva naturale di Gamla è incredibile, e credo che lo pensano anche gli avvoltoi che la scelgono per costruirci il nido. Tra i vari sentieri uno ti porta intorno alle cascate (50m), e un altro al sito archeologico della città ebraica distrutta da Vespasiano nel anno 68.

Non è un sentiero facile – devi scendere scendere scendere scendere, scegliendo con cura ogni passo mentre chiedi a te stesso “come ci si può aspettare di percorrere questa strada in salita, al ritorno?”, e poi devi salire salire salire salire sull’altra colle dove si trova la città antica. Riposi, guardi le montagne, il lago, gli avvoltoi, e con trepidazione anche la discesa e la salita salita salita salita che dovrai fare per ritornare.

Un viaggio nella terra santa – prima parte

Questa mattina mi sono svegliato presto. Non per un’overdose di caffè e neanche per colpo di quella zanzara (finalmente catturata e rilasciata fuori casa), ma perchè per una settimana invece di sedermi in biblioteca da bravo e lavorare ho fatto un giro della terra santa.

Dal mar morto al Golan sono solo due ore e mezzo di viaggio. Inizi nel deserto di Giudea e il punto più basso sulla terra (400 metri sotto il livello del mare), dove il clima aridissimo pare di non poter sostenere nessun segno di vita. Ma gli stambecchi sanno come trovare le fonte d’acqua, gli esseni costruirono delle cisterne più di due mila anni fa, e i turisti tedeschi e sudamericani arrivano alle stazioni balneari senza problemi.

Segui la valle del fiume Giordano, sempre ben sotto il livello del mare, e scegli sulla radio il canale giordano che ti piace di più. Le montagne oltrefiume sembrono enormi e solo pochi metri alla tua sinistra c’è il parete del precipizio che divide fra le montagne della Samaria (tipo il buon samaritano) e la valle del Giordano. Non lo sai ma direttamente sopra la tua testa è il percorso migratorio più affollato del mondo: due volte all’anno 500 millioni di uccelli passano qui tra l’europa e l’africa. Quindi è prudente chiudere il solarium della macchina.

Poi arrivi alla Galilea, dove Gesù viveva ed insegnava. Ha scelto proprio il posto adatto al suo insegnamento: il tranquillissimo lago di tiberiade è circondato da colline verdi e gentili. Fai il giro del lago e dall’altra parte c’è la salita – finalmente al livello del mare. Tra i vari siti d’importanza cristiana c’è la chiesa sul monte dei beatitudini.

Dentro troverai una suora che, ad ogni sussurro, singhiozzo o squillo di telefonino, urla “silence in church! silence in church!“. Mentre uscivo da una massa di turisti americani entrava una massa di turisti africani cattolici. La suora gli chiese, “avete un padre con voi?”, e appena iniziarono a rispondere “sì, il nost…” urla “silence in church!

Mo tocca ad andare in biblioteca.

Purim 2008

Non potete immaginare. Non potete immaginare.

Nahlaòt è un tranquillo quartiere di stradine e di vicoli, di piccoli giardini, di piazzette e di gatti. Arriva Purim e diventa la festa più grande del secolo. La gente è venuta travestita (io un farfallo-gatto-rapper) e si metteva a ballare alla musica alta. E’ iniziata presto e finito taaaaardi!

Già Purim ha cominciato giovedì sera (sono andato a un altra festa nella città di Giaffa), e pure oggi la festa continua. Apro la porta per mangiare la “colazione” (sono le 15) nel giardinetto e subito sento i rumori: le macchine che suonano, una parata, la musica, la follia…

Sempre Gerusalemme

Questa volta abito nel quartiere di Nahlaòt, una zona popolare dal fine ‘800. Vicoli stretti, palazzi di uno o due piani, puoi sentire gli odori delle varie cucine una per una quando cammini per strada. Le case sono facciate della pietra gerosolimitana bianca, ma i tetti rossi puoi vedere dalla colle accanto, givàt ram. Il ponte passa da un parcheggio alla corte suprema.

Nahlaòt si trova nella vicinanza dello sciuc, il mercato più grande di israele. Si è appena aperto un cafè-ristorante “topolino” dove oggi pomeriggio, mentre passavano centinaie di persone di tutte le età e di origini diversi, tutti con i sacchetti in mano pieni di erbe, verdure, dolci per lo shabbat, pane ecc, suonava un gruppo jazz.

Per quanto mangio devo correre su è giù sulle colline. Un giorno tornando, sempre nello stesso rione, ho trovato un’espressione politica nuova…

Fa freddo sulla luna

Fa freddo sulla luna
nell’ombra e al sole
anche se i miei piedi
conoscono ogni pietra
ed ogni cratere.

Tra la polvere stellare
trovo le mie origini lontane.
La mia vera casa è l’amore
e l’amicizia è la mia vera città.

Parma

Per ora non ho parole. Finalmente un attimo di respirare, non c’è fretta.

Parma era bellissima, o meglio, buonissima: la torta fritta, i ravioli alla ricotta e le erbe, oppure alla zucca, risotto al radicchio. La nebbia fittissima ha dato l’impressione di qualche paese del Nord, e sull’autostrada di notte ho capito perché succedono quei maxi-incidenti. Meglio chiudere bene la giacca, uscire a piedi, fare una passeggiata e poi prendere una bella cena di pasta e vino.

Dove lasciare la moto?

Stai per andare in viaggio per un mese e mezzo. Lasci la moto sotto casa e rischi che qualcuno te la porta via? Chiedi degli amici di tenerla a casa loro?

Grazie al timing perfetto della Honda, che ha calcolato tutti i viaggi previsti e imprevisti, e che ha assemblato la moto in modo che la marmitta caschi esattamente quatto giorni prima che parti, esattamente sull’A1, alle 21.30 di sera, tra Firenze ed Arezzo, lasciandomi a tornare in treno arrivando dopo l’una solo per ritornare la mattina successiva per sistemare i documenti.

Ora la moto sarà al sicuro e al ritorno mi aspetterà insieme alle pratiche della garanzia e un altro viaggio ferroviario in Toscana.