E’ un periodo veramente difficile. Vedo come il mondo si è diviso in due. Vedo le persone che si manifestano per “sostenere” una parte o un’altra mentre spesso “sostenere” vuol dire disumanizzare l’altro, israeliano o palestinese che sia. In Italia ho amici che protestano contro l’uccisione degli abitanti di Gaza e altri che difendono il diritto di Israele di difendersi, le manifestazioni sono separate, le posizioni sono opposte e l’animosità va a crescere. Stranamente, solo qui in Israele e in Palestina ho amici che partecipano in camminate per la pace dove israeliani e palestinesi insieme rinunciano alla violenza e cercano di vedere l’umanità l’uno nell’altro, passo silenzioso dopo passo silenzioso. Solo qui in Israele e in Palestina conosco ebrei e musulmani – religiosi e laici – che si riuniscono per affermare che la loro religione è una di pace e di coesistenza. Solo qui in Israele e in Palestina conosco gruppi di ex-soldati e ex-militanti che dicono “mai più” alla violenza e si mettono ad ascoltare l’un l’altro come esseri umani.
Non parlano nel nome di “Israele”. Non parlano nel nome di “Palestina”. Non parlano neanche nel nome degli “israeliani” né dei “palestinesi”. Parlano come persone – persone – che non vogliono più odiare i loro fratelli e le loro sorelle e sanno che queste etichette sono uno dei fattori principali del conflitto stesso. E fanno del loro meglio nonostante l’atmosfera difficile. Forse, stranamente, queste persone ci possono insegnare qualcosa sulla pace.
Sorelle e fratelli d’Italia, vi prego. Smettete la guerra in Europa! Qui, in Israele e in Palestina, ci sono persone che insistono perché siamo nemici. Ci insegnano solo le atrocità fatte dall’altra parte e solo gli atti d’eroismo fatti dalla nostra. Ci dicono che la lotta armata è solo una reazione alle ingiustizie dell’altro. Non lo voglio credere. Non lo posso credere. Abbiamo abbastanza rabbia e odio. Per favore, con tutta la forza di questo cuore che batte, con ogni lacrima su queste guance, non mandarci altro. Fate la pace. Riunitevi, di destra e di sinistra, a suggerire soluzioni pratiche e creative perché tutte le persone di questa zona siano sicure e libere: libere dalla guerra, dall’indottrinamento, dal militarismo. Non so se i vostri politici possono veramente influire sul governo israeliano perché smetta l’operazione militare. Non so se possono veramente influire su Hamas perché smetta i missili e i razzi. So, però, che anche se riescono, la vostra guerra d’oggi renderà peggiore la nostra guerra di domani. Se volete protestare contro la tragica e dolorosa guerra qui oggi, cercate il modo di farlo insieme perché avrete più successo così, e ogni vita salvata è un mondo intero. Certo che dovrete ascoltare l’altro, mettere in discussione le cose che credete che siano la verità assoluta… ma se così salverete la vita non vale la pena?
I vostri visi, visti sullo schermo del mio PC, sono pieni di dolore e mi dispiace tanto. Sappiate che la guarigione è possibile, alcuni qui lo sanno. Venite da me a Gerusalemme, basta che portate i capperi sotto sale e vi prometto una bella spaghettata alla puttanesca con le ulive del mercato. Andiamo insieme al Bereaved Families Forum, il “forum dei parenti in lutto” composto da palestinesi e israeliani che hanno perso un parente nel conflitto e adesso cercano di risolvere il conflitto con la nonviolenza. Poi, se portate i fiori di zucca ve li friggo alla romana prima di un incontro con Combatants for Peace, “lottatori per la pace”, ex-soldati israeliani e ex-lottatori di resistenza palestinesi. Con tutte le religioni rappresentate nel Jerusalem Peacemakers, “Gerosolimitani che fanno la pace” – un gruppo interreligioso per la pace e la giustizia – è sicuro che potremo festeggiare qualche festa ebraica, cristiana o musulmana insieme.
Non dovete fare la guerra fra di voi. Insieme, italiani, palestinesi, israeliani, possiamo creare un futuro bellissimo.
Grazie, Bar, grazie di cuore per le tue parole.
Vorrei che tutti le leggessero, che capissero una volta per tutte che per avere la pace bisogna percorrere una strada completamente diversa da quella che di solito viene percorsa.
Ma purtroppo hai ragione, qui non c’è pace: ci sono risentimenti, ripicche, ognuno pensa al suo orticello e si lamenta, senza pensare al male che in questo modo fa a se stesso e al mondo.
Dopo aver letto le tue parole sono stata felice di essermi sentita dire “devi prendere una posizione”. Io ho sempre detto “io sto dalla parte dei bambini, delle mamme, delle famiglie che soffrono e non mi importa se siano istaliani o palestinesi”.
Grazie, bar, grazie!
Fausta
Mi chiamo Massimo Penitenti e abito a Minturno in provincia di Latina, come avrai capito, in Italia e ti scrivo un commento su “Basta alla guerra in Italia”
Ciao guagliò, sono molto vicino alle tue posizioni e mi piacerebbe poter aver persone che la pensano come te il 24 gennaio prossimo. Stiamo organizzando una manifestazione per chiedere un “cessate il fuoco”.
Faccio parte dell’organizzazione http://www.mondosenzaguerre.org e partecipo alla creazione della Marcia Mondiale per la pace e la non violenza http://www.marciamondiale.org
Se conosci qualcuno qui in Italia che sarebbe disposto a venire a Formia, palestinese o israeliano che sia sarei contento di mettermi in contatto con lui.
E’ molto difficile trovare persone che non siano schierate da una parte o dall’altra, ultimamente sono venuto a conoscenza di quell’organizzazione israeliana che aiuta i palestinesi a ricostruire le proprie case e ne sono stato positivamente impressionato.
Per farti capire come la penso desidererei che leggessi un pezzo che ho scritto, piangendo, tempo fa e che riportai su un forum dedicato a Tiziano Terzani, dove fra l’altro ho trovato indicazioni per raggiungere il tuo blog.
Il pezzo lo puoi trovare cliccando sul seguente link:
http://tizianoterzani.forumfree.net/?t=9746434
Spero di riuscire ad intraprendere un lavoro continuativo con te, vista la comune sensibilità.
Sarebbe mio desiderio far raggiungere una proposta al mio governo e al governo di altri paesi occidentali; far giungere aiuti per chi sta soffrendo in Palestina, giungendo con automezzi forniti di beni di sussistenza ai confini di Gaza, guidati da palestinesi e israeliani insieme, perché sono convintissimo che sia da una parte che dall’altra vi siano persone che assolutamente vedono privare se stesse della libertà di esseri umani.
Mi puoi trovare sul mio blog: http://solchi.blog.dada.net oppure nel forum http://tizianoterzani.forumfree.net/ dove ho adottato il nick di Maxtraetto.
Qui di seguito trovi il link del posto dove ti ho trovato: http://tizianoterzani.forumfree.net/?t=35683422
Un abbraccione e… a presto
Bar,
sono giorni che le tue parole mi fanno leggere ed ascoltare i vari TG con un atteggiamento diverso.
Stando lontano dai luoghi del conflitto, vivendo in un paese libero dalla guerra, ci si convince di non avere quel seme in noi. Ed invece, non solo è presente ma lo nutriamo tutti i giorni schierandoci, imputando delle responsabilità e delle colpe quasi con disprezzo e comunque con certezza. La guerra a Gaza, anche se non sentiamo gli spari, possiamo scegliere di alimentarla o indebolirla, nutrendo la pace, anche noi.
un inchino, con speranza e consapevolezza, a tutti noi che siamo unità e non separazione.
Cara Fausta,
Grazie per il commento. I bambini sono la parte più vulnerabile della nostra società ed è un peccato che non godono di tutto l’amore di cui siamo capaci di dare. Se un bambino non riceve il nostro sostegno, sappiamo che cresce ad essere un adulto che soffre e può trasmettere la sua sofferenza agli altri, compresi i suoi figli. Perciò vedo due tipi di persone: coloro che si meritano l’amore e la comprensione, e coloro che ne hanno bisogno.
E’ chiaro che ogni persona, attraverso le sue parole e il suo comportamento, ha un impatto sul suo prossimo. La madre e la figlia scambiano fra il loro un continuo di emozioni, gesti, parole, e le cose che hanno assorbito da fuori casa. Marito e moglie, capo e impiegato, vicini di casa. Questo si chiama “interessere”. Se vogliamo che la mamma si stia bene, sappiamo che dobbiamo trattare anche il papà con dolcezza. Anche il papà era una volta un bambino. Ecco il motivo per cui “guardare ogni essere con gli occhi della compassione” non è una cosa di filosofico: è basato sul nostro interessere.
Permettemi di offrirti una piccola pratica. Se vuoi prendere una parte, prendi la parte del prossimo bambino che incontrerà la persona di cui ti stai di fronte al momento. Forse quel bambino o bambina non ti incontrerà mai di persona. Però il tuo sorriso, dato a questo intermedio, arriverà sicuramente.
Non ero consapevole di tutto ciò prima del tuo commento. Ti sono grato per l’opportunità che mi hai dato di riflettere sul interessere.
Un abbraccio caldo alla tua bambina interiore,
Bar
Caro Bar,
innanzitutto grazie per la bella email che hai inviato a Sara e che lei ha girato a noi amici del Bosio. Sono contenta di sapere che dei percorsi di pace secondo le indicazioni di TNH sono percorribili anche lì. Il tuo blog è un conforto perchè spesso il manicheismo e una visione emotiva e assolutista impediscono persino il confronto qui tra di noi, che non siamo direttamente coinvolti. Grazie quindi e un abbraccio
Letizia del Circolo GianniBosio
ti ho postato in giro…ci sono problemi?
Caro Arial, non so se ci conosciamo… ma sono felice che ti è piaciuto il post (il blog?). Non ci sono problemi, spero che i tuoi lettori lo trovano utile.