Pensavo che il dolore fosse qualcosa di mio
da mantenere, da curare, da proteggere.
Pesava certo, ma come una scultura di marmo
elegante e fredda, attraente e dura.
Da avvicinarsi, da toccare, da innamorarsi
e a cui assomigliare.
Solo il martello del tuo fiato
poteva spezzare, schiacciare, frantumare
l’idolo e il tempio entrambi.
da mantenere, da curare, da proteggere.
Pesava certo, ma come una scultura di marmo
elegante e fredda, attraente e dura.
Da avvicinarsi, da toccare, da innamorarsi
e a cui assomigliare.
E poi sentii la tua voce.
Né sottile né morbida né dolce
ma altrettanto pesante, dura
e opprimente.
Solo il martello del tuo fiato
poteva spezzare, schiacciare, frantumare
l’idolo e il tempio entrambi.
Finché i sassi si ridussero in polvere
e si mescolarono con le lacrime.
Dedicata alla voce di Bianca Giovannini, cantante della Bandajorona
si rimane sempre increduli quando qualcosa, senza preavviso, ci scalfisce.