La notte prima di partire per Chicago ho detto addio alla mia compagna di un anno e mezzo, la SH150i. Non era un mezzo alla libertà ma la libertà stessa, con cui ho scoperto un amore per Roma e per la vita. E nei 22.000 km che abbiamo trascorso insieme mi aveva portato dal fosso di Affogalasino (a somàrò!) quasi al Marocco, sopra i Piranei e sotto gli Alpi, attraverso la manica, fra sette paesi e dieci regioni d’Italia, ma sopratutto mi aveva accompagnato nel viaggio dalla confusione alla rinascita, dal dolore all’entusiasmo.
Ecco qualche foto (Tarifa, Oxford, e San Feliciano dal ultimo viaggio in Umbria). Non si può allegare il calore notturno del viaggio da Granada a Girona sotto le stelle, neanche l’adrenalina della corsa da Bracciano a via Portuense in 25 min.
Penserete che c’è qualcosa di strano nel provare sentimenti così per un motorino. Direi che non importa.
Quando torno a Roma mi aspetta il suo fratello maggiore, l’Honda SH300i.
Manchera’ a tanti, a tutti quelli che abbiamo approfittato di un passaggio…a volte un po’ piu’ lungo del solito! Hasta siempre!
Io non l’ho mai vista ma ho sempre pensato fosse qualcosa di magico che ti portava in giro anche dentro te stesso.
Un bacio al cavaliere di latta